venerdì

Sulle orme dei Turisti per caso


(25/08/06)
Più recenti viaggi in etiopia
Prima di partire consulta questi resoconti: contengono ottimi consigli!
Siamo stati in Etiopia nell'autunno scorso,

VIAGGIO
Ho viaggiato con la Lufthansa e pertanto via Francoforte e devo dire che tutto è andato perfettamente e la spesa è stata di circa 900€, un po' caro ma essendo una meta poco turistica è piuttosto normale pagare un po' di più nonostante il periodo di bassa stagione.

TRASPORTI INTERNI
Nelle città il mezzo migliore per muoversi è sicuramente il taxi, sono molto economici e numerosissimi, una buona alternativa, ma solo ad Addis Abeba e a Bahar Dar, sono i minibus blu, è impossibile non trovarli. Voglio segnalarvi, riguardo ad Addis Abeba, il nome di un tassista: Degene, il cellulare è 0911/671446, è veramente una persona straordinaria, per favore segnalatelo! Durante i giorni che ho trascorso nella capitale è stato un perfetto compagno di viaggio e pure un'ottima guida.
Per quanto riguarda i trasporti più lunghi, la situazione è molto critica. Quando dovevo prendere l'aereo da Addis a Lalibela solo al quarto tentativo mi è andata bene! I motivi sono i più disparati: uno perchè sono arrivato tardi in aereoporto per colpa del traffico, il secondo perchè l'aereo era pieno e il terzo perchè ero l'unico passeggero!!! Comunque a parte questi problemi la Ethiopian Airlines è un'ottima compagnia. Se dovesse capitare una cosa del genere la cosa migliore è mettersi l'animo in pace e farsi un giro per la città e godersi la vacanza! Da Lalibela a Bahar Dar abbiamo preso un autobus e lo sconsiglio a chiunque. E' stato estremamente pericoloso, gli autobus sono vecchissimi e le strade sono in alta montagna e senza guard rail. Prima siamo rimasti senza benzina e abbiamo dovuto aspettare 4 ore, poi siamo rimasti impantanati nel fango, poi siamo usciti di strada (fortunatamente e per davvero in una zona pianeggiante), poi abbiamo proseguito con un camion assieme a 2 uomini e 2 donne dal belgio, ma ci hanno lasciati in un paesino a 10 km da Bahar Dar... da li abbiamo proseguito con una macchina che ovviamente si è rotta dopo 5 minuti e siamo stati molto fortunati, essendo quasi notte, a trovare un ultimo passaggio. Circa 200 km in 18 ore!! Ma sani e salvi e col senno di poi è stata una gran bella avventura!

PERNOTTAMENTO
Ad Addis sono stato una notte al Bole International Hotel, i prezzi sono sostanzialmente quelli indicati da voi, ma purtroppo non funzionava la luce. Nel complesso per chi ha un aereo la mattina presto è una buona soluzione.
Al ritorno ho passato 1 notte al Wutma Hotel, e devo sconsigliarlo assolutamente: è pieno di gente che gravita li tutto il giorno e cerca in modo molto invadente di proporvi qualcosa da fare. Visto il normale atteggiamento degli etiopici era tutto molto strano e seccante.
La notte successiva sono stato al Baro Hotel, sicuramente molto spartano, ma per i veri viaggiatori è come una manna dal cielo: fantastico! Ho persino ritrovato tutti quelli che avevo incontrato nel nord, compresi i belgi! Ci sono dei tavolini all'esterno dove ci si ritrova per raccontarsi le proprie esperienze nel paese e anche per disegnare i prossimi itinerari, con tanto di mappe e torce per illuminarle, il tutto accomapgnato da fiumi di birra locale e dagli stessi gestori che rimangono fino a tardi a chiaccherare con gli ospiti. Il padrone mi ha addirittura prestato il suo cellulare per un giorno per farmi chiamare la mia ragazza visto che il mio non funzionava più. Veramente uno splendido albergo. A Lalibela siamo stati prima al Seven Olives Hotel, camere piccole ma tutto sommato accoglienti e piuttosto pulite. Anche qua c'è una buona atmosfera soprattutto all'aperitivo e durante la cena. La terrazza è meravigliosa e sui prezzi basta contrattare se proprio necessario. Poi siamo stati Blue Lal Hotel, anche qua ci siamo trovati bene, anche se manca del fascino del Seven Olives. A Bahar Dar siamo stati al Ghion Hotel, molto bello specialmente durante le giornate di sole per via dello splendido giardino in cui è inserito.

PASTI
Addis AbebaFinfine Adarash:
buono, accogliente e ottimo rapporto qualità-prezzo. Dashen Restaurant: sicuramente buono, ma la cosa migliore è l'atmosfera che si respira. Il difficile è raggiungerlo, non è molto conosciuto dai tassisti e lungo la via è assolutamente anonimo, ma in alto sulla destra di un portoncino bianco c'è una piccola insegna. Non è aperto per la colazione e il pranzo si serve a partire dalle 11.
Addis Abeba Restaurant: buono ma niente di eccezzionale, merita tuttavia una visita se si vuole gustare un buon tej nella saletta fumatori vicino all'entrata.
Habesha Restaurant: molto buono e soprattutto gestito da simpaticissime signore.
Lalibela - Blue Lal Hotel: si può anche mangiare qualcosa, ma non è niente di particolare.
Seven Olives Hotel: ottimo a cena, colazione e aperitivo.
Unique Restaurant: èveramente difficile da notare. Si trova nella stessa strada dell'Asheton Hotel un po' prima e sulla sinistra, sembra una bettola ma in realtà è veramente buono.
Bahar Dar - Ghion Hotel: buono e comodo se soggiornate li e siete esausti dopo un viaggio indimenticabile!
Eskutatash 2: Molto vicino al Ghion Hotel, ma dall'altra parte della strada, ottimo e il personale è gentile e alla mano.

COSA VEDERE E FARE
Ad Addis Abeba sicuramente da visitare il Museo Nazionale dove è tenuta Lucy e molte altre testimonianze di come il Corno d'Africa sia la reale culla dell'umanità.
Il Museo Etnografico,
la Cattedrale e il Merkato, di sabato, sono sicuramente da non perdere.
Buona cosa visto che siamo italiani è anche lasciare un fiore nel cimitero della Resistenza etiopica ai Caduti durante l'aggressione fascista.
A Lalibela è superfluo dire che le chiese rupestri sono assolutamente da visitare, tuttavia vederle tutte e 11, se non siete appassionati, è forse eccessivo e stancante. Se si va di buon mattino alla Chiesa del Salvatore, dopo aver pagato il biglietto di 20 euro (!!!) troverete un arzillo vecchietto di 85 anni che vi guiderà in italiano, sarà sorprendente, ma fa più fatica un turista di 25 anni che quel signore ad arrampicarsi su e giù e a camminare a gattoni per i cunicoli scavati nella roccia. Ad ogni modo le chiese lasciano senza fiato.
A Bahar Dar la cosa più interessante è uscire e fare un giro, è una città molto bella e il mercato è sicuramente affascinante, assolutamete bisogna passare alla stazione degli autobus e la cosa migliore è andarci verso le 6 del mattino, una levataccia ma l'atmosfera che vi si respira è d'altri tempi: un crocevia di persone di ogni rango sociale e impegnate in qualsiasi genere di cosa che possa venire in mente ad una persona "normale" come noi, il tutto unito agli altoparlanti che cantano musica locale a tutto volume. Splendido!Sicuramente da non perdere un giro sul lago Tana alla scoperta dei monasteri sulle isole. Noi abbiamo visitato: Azuwa Mariam, Kebran Gabriel e Debre Mariam. Si può partire direttamente dal Ghion Hotel, ma è necessario capire bene che isole vogliono farvi visitare e a quale prezzo. Sempre al Ghion Hotel organizzano dei pulmini per visitare le cascate del Nilo Azzurro, da non perdere.

PERICOLI
In base alla mia esperienza i pericoli sono veramente pochissimi, sicuramente non prenderei un'altra volta un autobus, ma riguardo a pericoli "sociali" nulla da segnalare. Tuttavia bisogna tenere sempre gli occhi aperti, soprattutto chi non è abituato a viaggiare in posti così diversi. E' importante tenere bene a mente che il turista più squattrinato in mezzo alle strade di Addis, o in qualunque altra località dell'Etiopia, è bianco, ha le scarpe, i vestiti in ordine, è pulito e magari ha anche un pacchetto di sigarette: per noi è nulla ma per loro è una miniera d'oro. Bisogna tenere a mente questo per la propria sicurezza, ma soprattutto per non offendere persone che anche se povere hanno dignità da vendere.
Voglio segnalare un'attività molto importante a Lalibela. Praticamente di fronte al Seven Olives Hotel, sulla strada in discesa che porta alle chiese e sulla destra, c'è uno "Student Shop": è un negozietto di souvenir, niente di diverso dagli altri, ma è gestito da ragazzi che frequentano la scuola locale. Ho avuto modo di incontrare il direttore della scuola, sig. Berihun Berhanu, è un progetto serio che da la possibilità ai ragazzi di ricevere soldi dai turisti offrendo qualcosa in cambio. Se si volessero acquistare dei souvenirs sarebbe un'idea buona ed inoltre sarebbe un modo veramente responsabile di aiutare i giovani del posto: più i turisti comprano da loro più ragazzi saranno invogliati a partecipare al progetto. Se non lo si trova da soli basta chiedere, tutti conoscono lo Student Shop. In generale è bene non dare soldi ai bambini, ma se li si vuole aiutare è opportuno cercare la madre, spesso non è molto lontana; ai ragazzi un po' più grandi invece va bene dare qualche spicciolo, ma chiedere di essere accompagnati in qualità di guide è una buona idea per loro, per il turista che è li e per i turisti che vi saranno in seguito.
Bene questo è quanto volevo segnalarvi, spero possa essere di aiuto per i prossimi viaggiatori che vorranno visitare l'Etiopia e che ne rimarranno affascinati. Bisogna ricordarsi che imparare due o tre parole tipo ciao e grazie, e fare sempre un bel sorriso, sono il modo migliore per ottenere vere esperienze locali, come essere invitati da tre fratelli a casa propria, poco più di un garage, per assaggiare il caffe Salomone preparato dalla madre.
Edo

E questi sono gli itinerari dei vostri viaggi in etiopia più recenti. Prima di partire consulta questi resoconti: contengono ottimi consigli!
(23/04/07)
All'avventura in Etiopia
(05/02/06) Faccetta Nera - Ethiopia 2005 - 2006
(06/12/05)
Omo River
(03/04/05)
Consgli pratici
(03/04/05)
Sul tetto del Africa
(30/03/05)
Etiopia da sogno
(09/08/04)
Etiopia: valle dell'Omo e Altopiani
(12/07/04)
Etiopia 2004
(04/01/04) Etiopia: incanto e meraviglia
(21/10/03)
Etnie sparse
(06/06/02)
Djibouti

IL CORAGGIO DI INDAGARE SUI FANTASMI DEL PASSATO


ANTONIO CASSESE
(La Repubblica 23 Maggio 2006, p. 29)
Sul massacro di etiopi compiuto nel 1939 a Debre Birhan dalle truppe italiane il diritto ha poco da dire. La Convenzione di Ginevra del 1929 sulle armi chimiche non si applicavano che alle guerre internazionali, mentre il massacro avvenne nel quadro di una guerra civile: la Potenza colonialista cercava di spegnere nel sangue un’insurrezione, in un territorio che, seppur conquistato a seguito di un’aggressione contraria al Patto della Società delle Nazioni, rimaneva tuttavia sottoposto all’autorità italiana, come territorio coloniale, e’ dubbio poi che le truppe italiane avessero violato le norme italiane, assai permissive in materia di lotta all’insurrezione. Le norme internazionali sui diritti umani e sulla protezione dei civili in tempo di conflitto armato interno non esistevano ancora. L’unica conclusione amara per il giurista è che la sovranità degli Stati rimaneva ancora sconfinata e nessun limite era posto dalle regole internazionali all’arroganza e all’arbitrio delle grandi e medie Potenze. Consoliamoci pensando che da allora si sono fatti grandi progressi, almeno sul piano della stigmatizzazione normativa e della criminalizzazione. Oggi quelle atrocità sono almeno vietate, e possono essere punite.
Che fare dunque, dopo la scoperta di questo specifico massacro? (altri sono noti el i ha documentati, tra gli altri, lo storico Del Boca). A mio giudizio una risposta dignitosa si potrebbe articolare lungo varie direttrici.
Anzitutto, il Presidente del Consiglio dei ministri dovrebbe nominare una commissione di pochi storici, ma indipendenti e di grande valore (quale che sia la loro affiliazione politica o ideologica), perché esaminino con acribia ciò che è avvenuto in Etiopia in quel periodo, e preparino una documentazione e un’analisi rigorose. In secondo luogo, le nostre autorità dovrebbero diffondere nelle scuole una maggiore conoscenza del colonialismo italiano. Ad esempio, Del Boca si è chiesto più volte perché non venga proiettata l0inchiesta televisiva della Bbc “ Fascist Legacy”, acquistata e mai trasmessa. Il Governo italiano dovrebbe poi costruire un museo della memoria, per documentare le azioni del nostro colonialismo e il modo in cui sono stati sterminati circa 300.000 etiopi tra il 1935 ed il 1939.
Dovremmo inoltre destinare una somma considerevole per “risarcire” moralmente l’Etiopia. Non si tratta di pagare danni di guerra (tra l’altro abbiamo già versato all’Etiopia sei milioni di sterline, contro i 184 milioni richiesti) o indennizzi alle vittime. Si tratta di un’operazione spontanea ed unilaterale di espiazione morale, che potrebbe consistere nel costruire ospedali, scuole e strade in Etiopia, consentire ai giovani di quel paese di attere gratuitamente un addestramento professionale in Italia, e prestare in Italia cure mediche sofisticate a malati gravi.
Infine, dovremmo ispirarci al modo esemplare con cui la Germania ha reagito al nazismo: a differenza ad esempio del Giappone, quel paese ha saputo scavare a fondo nel proprio passato recente, documentandolo, facendolo conoscere ai giovani, erigendo musei e monumenti alla memoria. Soprattutto, la Germania ha capito che uno dei modi più efficaci di riscattarsi dalle proprie colpe consiste nell’adoperarsi fattivamente perché né le autorità tedesche né altri Stati commettano in futuro quei crimini.
E così la Germania ha adottato importanti iniziative internazionali per promuovere e diffondere la giustizia penale e prevenire e punire i crimini contro l’umanità. Facciamo altrettanto, avanzando idee e proposte in sedi internazionali, quali l’Onu, il Consiglio di Europa e l’Unione Europea. Daremo così un piccolo contributo allo sforzo immane, che la comunità internazionale sta da qualche anno intraprendendo, di evitare il ripetersi di crimini intollerabili.
L'ITALIA DOVREBBE NOMINARE UNA COMMISSIONE DI STORICI PER ANDARE A FONDO SU TUTTI CRIMINI.
DA SEGUIRE L'ESMPIO DELLA GERMANIA CHE HA CONSERVATO IL RICCORDO DEGLI ORRORI COMMESSI.

giovedì

Ristoranti Etio/Erit



I ristoranti eritrei ed etiopici a Roma si trovano per la maggior parte intorno alla stazione Termini e a piazza Vittorio, che sono sempre più affiancati da ristoranti che offrono cibi e sapori del resto dell’Africa subsahariana.
In questi locali è possibile assaggiare saporiti antipasti a base di lenticchie e verdure, chiamati sambussa. Oppure gli spriss, bocconcini di vitellone, o il riso all'araba, cotto con agnello e spezie insolite per il nostro palato.
Generalmente consigliato è il cuscus, sia con carne che con pesce, e l'ottimo zighinì, da mangiare tradizionalmente con le mani, accompagnato da varie salse e verdure.
Molto saporito anche il dorò (pollo in salsa piccante con uova sode), il kitfo (carne macinata, solo un po' scottata, farcita con peperoncino macinato), il gored (polpette di vitellone a dadini cotte con il burro e l'awaze, una spezia), il zilzil e il kefto.
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Aduliss
Aperto dal 1987, il ristorante è situato a pochi metri dalla stazione Termini. La cucina è quella tipica etiopica e il locale funge anche da punto di incontro per i numerosi cittadini etiopi che frequentano la zona della stazione.
I prezzi sono quelli di un menu turistico. È un ristorante per viaggiatori a corto di soldi. Essi verranno accolti dentro le sale dipinte con scene e paesaggi africani. Si assaggia il kifto, carne di manzo finemente tritata insaporita con burro etiopico e mitmita (una miscela di peperoncini) che si può mangiare cruda o scottata; o anche zilzil, carne alla brace con awaze.
Il signor Leonardo potrebbe anche consigliarvi il sudanese shea, carne cotta con la cipolla. Il tutto accompagnato dal tè speziato e, come dolce, l’hembasha, preparato con farina appositamente importata dall’Etiopia.
Via Milazzo, 1/c
Tel. 06 4451695
Orario: chiuso il lunedì
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Africa
Il ristorante serve piatti eritrei ed etiopici in un ambiente allegro e ospitale. Fin dalla mattina il locale si trasforma in sala da tè, ristorante, bar, dove è possibile fare piacevoli spuntini a base di falafel e sambusà (pasta sfoglia ripiena di carne e spezie).
Solitamente si mangia con le mani da un largo piatto, in comune con gli altri commensali. Il cibo viene servito sul tipico pane ingera che è un misto di farine lievitate per tre giorni e cotto su piastra. Alla base delle pietanze la carne di manzo o di agnello tagliata a dadini o macinata. Si consiglia lo zighinì, piatto nazionale piuttosto piccante ed il mincet abisch, carne macinata saltata con salsa piccante o in bianco.
Una scelta di verdura accompagna questi piatti di carne: tumtumo, salsa di lenticchie rosse; shirò, purea di ceci in salsa, alicià, misto di verdure.
Via Gaeta, 28
tel. 4941077
chiuso: lunedì
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Etiope
Specialità etiopiche ed eritree, è possibile effettuare inoltre, con un preavviso di 48 ore, ordinazioni di altri piatti africani e pochi piatti italiani. Antonio, italo-eritreo, e la moglie Silvana ricevono i clienti nel locale tenuto in modo genuino e cortese. Musica di sottofondo italo-africana e spettacoli dal vivo alcuni giorni della settimana. Si bevono succhi di zaltani o mango, tè speziato.
Viale Regina Margherita, 239/a
Tel. 06 4403433
Orario: chiuso: lunedì
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Massaua
Il ristorante serve piatti di specialità etiopico-eritree. La musica africana e la gentilezza del personale danno a questo locale un’atmosfera tranquilla.
Via Montebello, 28
Tel. 06 4817666
Orario: chiuso: mercoledì
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Sahara
Il ristorante più elegante probabilmente è il Sahara, dove si possono anche degustare vini italiani. Accanto ai tavoli normali, con un po’ di fortuna, si può trovare posto negli angoletti sistemati all’africana: sedili bassi di vimini con un tavolino tondo su cui trova posto il grande piatto comunitario. Sullo strato sottile di ingera viene servita la carne e i vari sughi e verdure cotte. Chi volesse seguire la tradizione, dovrebbe raccogliere con un pezzettino di ingera il cibo e portarlo direttamente alla bocca.
Come bevanda la birra è forse la scelta migliore, che del resto ben si accompagna allo zighinì e ai vari gustosi piattini a base di melanzane, lenticche o ceci. Si può accompagnare il tutto con il myess, il tradizionale vino di miele, oppure thalà di cereali fermentati.
Viale Ippocrate, 43/b
Tel. 06 44242583 - 44242063
Orario: chiuso: mercoledì
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Taverna del Mossob
Ambiente semplice e tradizionali piatti a base di carne, zighinì e spriss, piccantissimi serviti sull'ingera, tipico pane spugnoso.
Via Prenestina, 109
Tel. 0621701907 - 0347/7550511 - 0338/2240970
Orario: aperto solo la sera
Via Prenestina,109
Tel. 06/21701907
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Equttattash
Unendo atmosfere etniche ad una grande ospitalità Enqutatash offre una esperienza culinaria della cucina Etiopica ed Eritrea. In un viaggio ricco di sapori, si potrà partire assaporando i sanbusa in attesa di piatti come siga wot (zighinì), Tibs, kitfo, gored gored il tutto accompagnato da bevande tradizionali al miele tej prodotte artigianalmente, spendendo circa 15 euro a persona.
Via della stazione Prenestina, 55
Tel: 06 273767 -
Cell. 339 6995485
Orario: 19,00 - 23,00.
Lunedì chiuso.
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Zighinì
Situato a pochi metri dall’Università La Sapienza di Roma, il ristorante pratica prezzi bassi per permettere alla clientela universitaria di accostarsi alla cucina africana e serve specialità eritree ed etiopiche.
Viale dell’Università, 17-19
Tel. 06 4959315
Orario: chiuso: lunedì
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Altri d'aggiungere- scriveteci al etiopiainitalia@yahoo.it
MILANO
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BOLOGNA
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TORINO
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Altri d'aggiungere - scriveteci al etiopiainitalia@yahoo.it