domenica

”TROPPI MASSACRI MAI RACCONTATI”


Lo storico Angelo Del Bocca
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"LE STRAGI FASCISTE IN ETIOPIA RIMOSSE PER VOLONTA’ POLITICA"
Intervista allo storico Del Boca dopo le rivelazioni di Repubblica:”Troppi massacri mai raccontati”
La Repubblica 23 maggio 2006 (pagina 29)

ANAIS GINORI

UNA strage dimenticata che riaffiora insieme agli orrori commessi dall’esercito italiano in Etiopia. La foiba assassina scoperta da uno studioso di Torino, Matteo Dominioni, e raccontata ieri da Repubblica, rilancia la polemica sui massacri commessi durante l’avventura colonialista di Mussolini.
Trail 9 e l’11 aprile 1939° Debra Brehan, 100 chilometri a nord di Addis Abeba, furono fucilati e avvelenati con i gas centinaia di guerriglieri che si erano rifugiati in una grotta insieme alle loro famiglie. Donne, vecchi, bambini. Mille morti, almeno. “ Ed è soltanto uno dei tantissimi massacri che devono essere pienamente indagati” racconta Angelo Del Boca, il maggior storico del colonialismo italiano nel suo ultimo libro, Italiani, brava gente?, ha invitato l’Italia repubblicana ad ammettere i crimini di quegli anni.
Nel massacro di Debra Brehan furono usati contro la popolazione gas e persino lanciafiamme. Come spiegare una tale ferocia?
“Alla fine del 1938 la resistenza abissina era ancora fortissima e Mussolini era molto scontento di come stavano andando le cose nell’Africa Orientale. Il Duce voleva una repressione ancora più violenta. I gas iprite e fosgene furono usati in maniera continuativa durante la guerra”.
Perché settant’annni dopo la nostra memoria rimuove ancora episodi come questo?
“ La mia ricerca del 1966 sui massacri in Etisia fu accolta in maniera disastrosa da gran parte del mondo politico. Non solo dai fascisti o neo-fascisti ma anche degli ambienti conservatori per cui certe cose non si possono dire perché siamo, appunto brava gente”.
Adesso siamo pronti a riscrivere la storia?
“ E’ un lento cammino. Fino agli anni 80 nei libri di scuola si parlava ancora di “battaglia di civilizzazione”. Adesso la storiografia è più moderata ma certo non si fanno studiare ai ragazzi stermini come questo.”
E invece ci sarebbero altri eccidi da raccontare.
“ Deportazioni di massa, bombardamenti con bombe di iprite, campi di concentramento, rappresaglie indiscriminate, stragi di civili, confisca di beni e terreni. Uno degli episodi più gravi fu il massacro della città sante di Debre Libanos dove nel maggio 1837 furono uccise quasi duemila persone, in gran parte preti, sacerdoti e pellegrini”.
Pensa che il governo etiope dovrebbe chiedere un risarcimento?
“ Credo sia impossibile. Alla fine degli anni Cinquanta, quando sono state ristabilite le relazioni tra l’Italia e l’Etiopia, il nostro governo costruì una diga e versò dei soldi come risarcimento. Non era cert una somma che pagava i 300mila morti della guerra ma fu comunque un atto simbolico”.
Continuerà ad indagare su questi crimini della colonizzazione?
“ Per anni l’archivio del Ministero degli Esteri è stato inaccessibile. Soltanto quando al centro di documentazione è arrivato Enrico Serra, un partigiano come me, sono riuscito a fare le mie ricerche. Lo Stato rende difficile il lavoro d’indagine sul colonialismo, ci sono ancora migliaia di falconi intonsi proibiti agli studiosi. E chissà quante cose potremmo scoprire se solo ci fosse la volontà di far luce sul nostro passato”.
"GLI STUDIOSI FATICANO AD ACCEDERE AGLI ARCHIVI PUBBLICI. NEI LIBRI DI SCUOLA NON SI RACCONTANO GLI ECCIDI."

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